Sono un viaggiatore medio.
Ho visto quasi tutta l'Europa, per lavoro o per turismo, un paio di volte il Nord Africa, poi i Caraibi, New York (con puntata in Canada per le cascate del Niagara), la California, il Nevada e le Hawaii, prima di trasferirmi a Maui.
Sono un viaggiatore medio, ma non un turista provetto, perchè ho sempre preferito rilassarmi, rallentare e prendermi i miei spazi in vacanza, evitando le tabelle di marcia tritatutto.
Pur rispettando punti di vista diversi dal mio, non sono mai partito con l'obiettivo di visitare il maggior numero di posti possibili nel luogo prescelto, con relativa bandierina puntata e foto ricordo. Mi sembra il classico concetto del ''forzato della vacanza''.
Noi italiani siamo avvezzi a questo concetto.
Ci muoviamo in blocco per le vacanze estive nelle 2 settimane centrali di agosto, come polli in batteria: polli sia perchè paghiamo il triplo per viaggiare in quel periodo (e attenzione al paradosso: lavoriamo di più per guadagnare quei soldi che ci servono proprio per partire nelle settimane più costose imposteci dalla stessa azienda che ci paga.....), e polli perchè siamo pronti a sprintare tutti insieme il primo venerdi di agosto, alle 16 in punto, cercando di stressarci quanto più possibile per non perdere neanche 1 minuto di tempo!
Io intanto avevo sostituito il concetto di ''vedere un posto'' con il concetto di ''vivere un posto''.
Dopo aver 'visto' un posto, infatti, mi porto a casa tante belle immagini.
Dopo aver 'vissuto' un posto, invece, mi porto a casa tante belle esperienze, che sono più profonde delle immagini.
Dunque, l'Italia è un bellissimo Paese, che tutti ci invidiano, per cui onestamente di ritorno da tutti i miei viaggi non ho mai pensato che mi sarebbe piaciuto seriamente trasferirmi nel luogo appena vissuto e visitato.
Mai tranne una volta. Era l'Agosto del 2009.
Sono venuto alle Hawaii in vacanza, si esattamente la vacanza forzata di cui parlavo prima, le due settimane centrali di agosto!
Sono rimasto folgorato, appena ho messo piede a Honolulu, nell'isola di Oahu, la prima delle 4 isole dell'arcipelago che ho girato nel corso di quella vacanza.
Anzitutto le Hawaii esercitano un fascino intrinseco per il solo fatto di essere dall'altra parte del globo e perchè sono le terre emerse più isolate al mondo, rappresentate sulle mappe da un puntino invisibile in mezzo all'Oceano Pacifico.
E poi quante volte per paradosso abbiamo detto: ''Ma và, dove pensi di stare, alle Hawaii!'' Oppure: ''Basta, sono stanco, me ne vado alle Hawaii''. Le Hawaii sono entrate nel linguaggio comunue per esprimere il posto più lontano e remoto immaginabile per un europeo, quasi leggendario, chissà se esiste sul serio! Andare alle Hawaii è un modo di dire.
Vi ricordate peraltro Mago Merlino?? ''HONOLULU, ARRIVO!'' : = )
Le Hawaii dunque sono state l'unico posto tra quelli che ho visitato per cui ho pensato varrebbe la pena trasferirsi a vivere.
In realtà fino a pochi mesi fa, lo pensavo semplicemente come sogno ad occhi aperti, idea irrealizzabile. Figuriamoci! Famiglia e amici in Italia, lanciato nella mia carriera nel Marketing, conosciuto e apprezzato nel mio lavoro, vicino a guadagnare cifre a 5 zeri a soli 30 anni e con una vita perfettamente organizzata sotto tutti i punti di vista......che cosa sono un pazzo che pianto tutto e tutti e me ne vado su un isola sperduta in mezzo all'oceano?
Eccomi qui.
Ci sono 4 cose che mi hanno rapito di queste incantevoli isole.
1) Ne ho parlato prima. La sensazione di sedersi in riva al mare, guardare l'oceano e pensare di essere nel posto più lontano del mondo, più indisturbato, più irraggiungibile.....è qualcosa di magico. E' indescrivibile. E' come trovare il Paradiso in Terra;
2) Il contatto con la natura. E' folgorante. Si è immersi in un paesaggio lussureggiante. La forza dell'Oceano è spaventosa e incantevole. Il vento non da tregua, l'esposizione è massima. E il contatto con la terra è continuo: io cammino spesso a piedi nudi. Guido a piedi nudi. Non metto le scarpe chiuse e i calzini da 4 mesi, mi sono dimenticato anche delle mutande, tanto indosso sempre un costume;
3) L'Aloha Spirit. La gentilezza e il sorriso delle persone che vivono qui, siano esse Hawaiiane o si siano trasferite dalla ''Mainland'' è incredibile. Si è circondati da un calore e da un affetto contagiosi e tutti sono sempre pronti a darti una mano col sorriso, a patto che tu rispetti la loro terra. (E guai a rubare un onda a un Hawaiiano che sta surfando con te.....);
4) Il windsurf. Questo è più personale e dipende dalle proprie passioni. Ma per gli amanti del Windsurf, le Hawaii, in particolare l'isola di Maui, sono qualcosa che va oltre l'umana comprensione. Sembra che tutti i fenomeni naturali (correnti, venti) si siano messo d'accordo per creare lo spot perfetto qui.
Per darvi un idea di quello che trovate da queste parti, date un occhiata a questo video di Hookipa, lo spot per windusufer più famoso al mondo....
E se invece volete andare oltre.....bè provate a immergervi a Jaws in pieno inverno, e ad affrontare le onde cavalcabili più alte del mondo....
lunedì 27 giugno 2011
sabato 25 giugno 2011
Organizzare la partenza
Trasferirsi da Milano alle Hawaii non è esattamente come trasferirsi da Bergamo a Monza. Per la verità non è neanche come trasferirsi da Milano a Los Angeles o a New York.
Il salto è quantico, perchè delle vostre abitudini precedenti non vi rimane niente.
Non solo cambiate Continente, che implica anche cambiare lingua, cultura, società, costumi, tradizioni, leggi, regolamenti, logiche e sistemi.
Ma fino a qui ci siamo, lo fanno in tanti.
Tuttavia, spostandovi in una metropoli, almeno respirereste un'aria più o meno riconoscibile. Invece noi vogliamo farla difficile, e insieme al Continente cambiamo anche lo stile di vita da Metropolitano a Insulare. Non male.
Ma mettiamo anche che passiate indenni questo aspetto.
Almeno vi ci hanno mandato a fare quello che sapete fare, vero? Il vostro solito lavoro?
Brutte (anzi belle) notizie: NO. Non ce lo avete un lavoro, perchè avete deciso di andare allo sbaraglio.
Bene! Ma avete proceduto per gradi, vero? Un passo alla volta?
No, No....troppo facile! Tutto insieme, c'è più gusto!
Ottimo! Allora tenete bene a mente due importantissime cose:
1) Le vostre certezze, il vostro senso di autostima, le vostre abilità, quello che insomma avete costruito in anni di impegno e che vi viene riconosciuto dalle persone appartenenti al vostro network, svaniranno in un istante. Dovete avere un profonda solidità interiore e accettare che vi sentirete improvvisamente vulnerabili, vi sembrerà a volte che siete circondati da persone continuamente e decisamente più intelligenti di voi e in più nessuno vi conosce, nesuno sa se siete bravi o se siete degli idioti, dovete dimostrarlo di nuovo (se siete idioti, ci metterete poco a dimostrarlo):
- A) La prima cosa è la barriera linguistica. A meno che non siate bilingue, è inevitabile che sarete più lenti degli altri nella comunicazione. La comunicazione è magia e dover rallentare e limitare la comunicazione, in termini di velocità di espressione e ampiezza del linguaggio, può essere frustrante.
- B) In secondo luogo, dovete re-imparare anche le cose che facevate col pilota automatico, dovete spostare il focus della vostra attenzione un gradino più indietro e salire poi le scale a gran velocità. Prima i vostri problemi erano nobili e complessi. Bene, adesso dovete imparare a non vergognarvi se ci mettete 2 giorni a capire quali sono le regole del mercato assicurativo auto, se quando chiamate il ristorante per una prenotazione prenotate la sala sbagliata, se non riuscite a dire al vostro parrucchiere che volete i capelli sfilzati.
Siete partiti con voi stessi e un pò di soldi in tasca e siete come dei bambini, ricominciate a camminare gattoni e mettetevi in piedi appena potete!
- C) In Italia avevate un nome. Qui non solo non avete un nome, ma alla domanda 'Cosa fai?', quando rispondete: 'Niente, mi sto godendo un pò la vita', sotto sotto vi sentite un pò in colpa e sembra vi dobbiate quasi vergognare. Qualcuno può guardarvi con un pò di supponenza. Non badateci.
Il vostro tempo non vale di meno solo perchè non lavorate, nel caso decidiate di starvene qualche mese a divertirvi e basta. Ricordate che avete deciso voi e il vostro tempo va rispettato esattamente quanto va rispettato quello degli altri, perchè è il vostro e ne fate quel che volete.
D'altronde il lavoro è uno scambio. Io lavoro e tu mi dai i soldi. Se io non lavoro, non prendo i soldi, quindi ne godo i vantaggi ma ne subisco anche gli svantaggi!
2) La seconda importantissima cosa da tenere a mente è che bisogna organizzarsi bene.
Non in maniera paranoica, altrimenti si perde anche il gusto della sfida e dell'esplorazione in loco; ma certo non potete alzarvi una mattina, fare la valigia e catapultarvi dalla fermata Duomo della rossa di Milano alle onde dell'Oceano Pacifico nelle terre emerse più remote al mondo, distanti circa 4000 km dalla California. Anche perchè siete in territorio americano.
Le cose da fare si dividono in 2 grandi blocchi:
- A) ''Chiudere'' in Italia
- B) ''Aprire'' alle Hawaii (o dove volete andare)
A) Chiudere in Italia significa prendere un foglio di carta e scrivere tutti gli impegni, vincoli, competenze, responsabilità che avete in Italia e eliminarli o automatizzarli tutti.
Questa era la mia lista:
- Disdetta contratto di affitto, con annessi e connessi (caparre, contratti enel, conguagli....);
- Disdetta garage e relativi preavvisi;
- Disdetta e rimborso iscrizioni a club vari: palestre, circoli tennis, piscine.....
- Vendita e/o blocchi assicurativi motoveicoli/autoveicoli (tenete la furto/incendio per favore..);
- Fotocopie e scannerizzazione documenti (copie per voi e copie per i vostri parenti);
- Valutare le condizioni del vostro conto corrente bancario per le operazioni che disponete dall'estero; attivare Internet Banking;
- Identificare possibili appartamenti dove vivere e fissare in anticipo gli appuntamenti;
Il salto è quantico, perchè delle vostre abitudini precedenti non vi rimane niente.
Non solo cambiate Continente, che implica anche cambiare lingua, cultura, società, costumi, tradizioni, leggi, regolamenti, logiche e sistemi.
Ma fino a qui ci siamo, lo fanno in tanti.
Tuttavia, spostandovi in una metropoli, almeno respirereste un'aria più o meno riconoscibile. Invece noi vogliamo farla difficile, e insieme al Continente cambiamo anche lo stile di vita da Metropolitano a Insulare. Non male.
Ma mettiamo anche che passiate indenni questo aspetto.
Almeno vi ci hanno mandato a fare quello che sapete fare, vero? Il vostro solito lavoro?
Brutte (anzi belle) notizie: NO. Non ce lo avete un lavoro, perchè avete deciso di andare allo sbaraglio.
Bene! Ma avete proceduto per gradi, vero? Un passo alla volta?
No, No....troppo facile! Tutto insieme, c'è più gusto!
Ottimo! Allora tenete bene a mente due importantissime cose:
1) Le vostre certezze, il vostro senso di autostima, le vostre abilità, quello che insomma avete costruito in anni di impegno e che vi viene riconosciuto dalle persone appartenenti al vostro network, svaniranno in un istante. Dovete avere un profonda solidità interiore e accettare che vi sentirete improvvisamente vulnerabili, vi sembrerà a volte che siete circondati da persone continuamente e decisamente più intelligenti di voi e in più nessuno vi conosce, nesuno sa se siete bravi o se siete degli idioti, dovete dimostrarlo di nuovo (se siete idioti, ci metterete poco a dimostrarlo):
- A) La prima cosa è la barriera linguistica. A meno che non siate bilingue, è inevitabile che sarete più lenti degli altri nella comunicazione. La comunicazione è magia e dover rallentare e limitare la comunicazione, in termini di velocità di espressione e ampiezza del linguaggio, può essere frustrante.
- B) In secondo luogo, dovete re-imparare anche le cose che facevate col pilota automatico, dovete spostare il focus della vostra attenzione un gradino più indietro e salire poi le scale a gran velocità. Prima i vostri problemi erano nobili e complessi. Bene, adesso dovete imparare a non vergognarvi se ci mettete 2 giorni a capire quali sono le regole del mercato assicurativo auto, se quando chiamate il ristorante per una prenotazione prenotate la sala sbagliata, se non riuscite a dire al vostro parrucchiere che volete i capelli sfilzati.
Siete partiti con voi stessi e un pò di soldi in tasca e siete come dei bambini, ricominciate a camminare gattoni e mettetevi in piedi appena potete!
- C) In Italia avevate un nome. Qui non solo non avete un nome, ma alla domanda 'Cosa fai?', quando rispondete: 'Niente, mi sto godendo un pò la vita', sotto sotto vi sentite un pò in colpa e sembra vi dobbiate quasi vergognare. Qualcuno può guardarvi con un pò di supponenza. Non badateci.
Il vostro tempo non vale di meno solo perchè non lavorate, nel caso decidiate di starvene qualche mese a divertirvi e basta. Ricordate che avete deciso voi e il vostro tempo va rispettato esattamente quanto va rispettato quello degli altri, perchè è il vostro e ne fate quel che volete.
D'altronde il lavoro è uno scambio. Io lavoro e tu mi dai i soldi. Se io non lavoro, non prendo i soldi, quindi ne godo i vantaggi ma ne subisco anche gli svantaggi!
2) La seconda importantissima cosa da tenere a mente è che bisogna organizzarsi bene.
Non in maniera paranoica, altrimenti si perde anche il gusto della sfida e dell'esplorazione in loco; ma certo non potete alzarvi una mattina, fare la valigia e catapultarvi dalla fermata Duomo della rossa di Milano alle onde dell'Oceano Pacifico nelle terre emerse più remote al mondo, distanti circa 4000 km dalla California. Anche perchè siete in territorio americano.
Le cose da fare si dividono in 2 grandi blocchi:
- A) ''Chiudere'' in Italia
- B) ''Aprire'' alle Hawaii (o dove volete andare)
A) Chiudere in Italia significa prendere un foglio di carta e scrivere tutti gli impegni, vincoli, competenze, responsabilità che avete in Italia e eliminarli o automatizzarli tutti.
Questa era la mia lista:
- Disdetta contratto di affitto, con annessi e connessi (caparre, contratti enel, conguagli....);
- Disdetta garage e relativi preavvisi;
- Disdetta e rimborso iscrizioni a club vari: palestre, circoli tennis, piscine.....
- Vendita e/o blocchi assicurativi motoveicoli/autoveicoli (tenete la furto/incendio per favore..);
- Fotocopie e scannerizzazione documenti (copie per voi e copie per i vostri parenti);
- Eventuali procure a favore dei vostri parenti, in caso debbano firmare per conto vostro;
- Annotare date da non dimenticare (dichiarazione dei redditi, ICI, tasse varie...);
- Attivazione servizio ''Seguimi'' delle Poste;- Annotare date da non dimenticare (dichiarazione dei redditi, ICI, tasse varie...);
- Valutare le condizioni del vostro conto corrente bancario per le operazioni che disponete dall'estero; attivare Internet Banking;
- Dare le dimissioni, considerando il relativo preavviso; mantenere un contatto con l'azienda per le incombenze di natura amministrativa;
- Decidere cosa fare con i contributi destinati a fondo pensione;
- Stipulare un assicurazione medica che copra eventuali necessità negli USA;
- Check up medico prima della partenza;
- Inventario delle proprie cose: liberarsi di ciò che non serve (vendere, donare), decidere cosa conservare in Italia e cosa portare;
- Inventario delle proprie cose: liberarsi di ciò che non serve (vendere, donare), decidere cosa conservare in Italia e cosa portare;
- Chiudere contratti italiani di telefonia e di internet;
- Prendere la patente internazionale di guida.
B) Aprire alle Hawaii significa anzitutto ottenere i permessi necessari per risiedere negli USA e in secondo luogo definire un action plan delle grandi priorità appena arrivati in loco, possibilmente cominciando a organizzare qualcosa dall'Italia. Nella mia lista c'erano:
- Raccolta documentazione e organizzazione colloquio presso l'Ambasciata Americana per ottenere i Visti. Questo può richiedere anche diversi mesi, a seconda della complessità del visto che richiedete;- Identificare possibili appartamenti dove vivere e fissare in anticipo gli appuntamenti;
- Informarsi circa la possibilità di aprire conti correnti presso banche locali e relativi documenti;
- Raccogliere informazioni circa la possibilità di comunicare in America (operatori telefonici e condizioni) e America-Italia;
- Identificare possibili auto da acquistare e fissare gli appuntamenti con i privati/concessionari appena in loco.
Infine....non dimenticate di prenotare il biglietto aereo!! (solo andata).
mercoledì 22 giugno 2011
Libertà e Responsabilità
Uno dei luoghi comuni associati a scelte come la mia è quello di identificare l'autore del cambiamento (in questo caso io) come una persona di poca responsabilità.
In realtà, con mia grande sorpresa, nessuno (o quasi) mi ha additato di ''scarsa lungimiranza'', tutti anzi manifestando entusiasmo e generale apprezzamento. Ora, ma questo è un altro tema, bisognerebbe approfondire i motivi per i quali ci sono cosi tante persone stufe di quello che fanno e verbalmente desiderose di fare altro - sottolineo verbalmente - perchè rappresenta un pessimo indice di insoddisfazione generale. Non mi addentro per il momentosu questo tema, ma ci ritornerò, non tanto perchè mi preme aprire dibattiti socio-culturali, quanto perchè non c'è un motivo intelligente per continuare a fare quello che si fa se si è insoddisfatti, ed è pressochè inutile aspettare che un cambiamento ci caschi dal cielo, perchè il cambiamento lo guidiamo noi, non qualcuno o qualcosa altro al nostro esterno.
Che vi ha prescitto il medico di stare nell'azienda dove siete? Non credo.
Io ho cambiato 5 aziende in 7 anni, non perchè mi piaccia farlo per partito preso, quanto perchè ho identificato di volta in volta delle opportunità migliori per la mia soddisfazione personale, professionale e finanziaria.
Ad ogni modo, tornando al tema della responsabilità, io non ho mai preso una scelta piu responsabile in vita mia che quella di lasciare il mio lavoro e partire per le Hawaii.
Perchè?
E' molto semplice. Per farlo bisogna avere la sicurezza di mantenere un controllo totale sulla propria vita, la propria gestione del tempo, le proprie finanze, le proprie prospettive. Do per implicito, in questo senso, che la scelta sia stata ponderata e pensata e che la persona che l'ha presa non ha deciso di diventare un homeless quanto piuttosto di dare ancora più spinta alla propria esistenza per conseguire successi maggiori.
Nella vita ''ordinaria'', la maggior parte del nostro tempo è scandito e dettato dagli impegni già organizzati, che nella maggior parte dei casi gli altri ci impongono.
Pensate per un momento a quante volte nel corso di una settimana normale le cose che fate e il tempo che riempite sono determinati dalle vostre decisioni. Pochissimo. Prevalentemente dal lunedi al venerdi non avete altra scelta che attenermi alle regole e agli orari che il vostro contratto di lavoro impone.
Questo, se da una parte suona terribile, dall'altro in realtà funge da cuscinetto protettivo per tutti voi, che non dovete fare altro che attenervi alle regole e ne ricevete in cambio benefici e agevolazioni.
Non avete il problema di come procurarvi lo stipendio, perchè l'avete già risolto. Non avete il problema di come impegnare il tempo, perchè qualcun altro ci pensa al posto vostro. Si può scendere poi nel dettaglio delle microvoci, pensando per esempio che non dovete compilare il CUD perchè è gia fatto, che qualcuno vi paga l'assicurazione della macchina o vi fornisce il PC, che le banche vi fanno un prestito perchè avete una busta paga...etc..
Quando decidete di mettervi ''in proprio'' nel senso di fare a meno della 'società' per un pò e cavarvela da soli, le cose cambiano un pò. E vi assicuro che se non siete le persone più responsabili e disciplinate del mondo, la vostra libertà vi sommergerà.
Non avete nessun sistema socio-economico che vi culla.
Dovete abituarvi a decidere tutto, continuamente, a partire da come impegnare l'infinita quantità di tempo libero che avete. E per chi ci mette un paio d'ore solo a decidere cosa mangiare per cena o se mettere il flash rosso ''New'' sul nuovo prodotto oppure metterlo giallo (piccola digressione di marketing), la vita si trasformerà in un inferno.
Se volete la libertà, dovete avere una respnsabilità spietata verso voi stessi, o collasserete. E' facile perdersi. Tuttora io stesso ho difficoltà a organizzare il mio tempo e a stabilire che direzioni prendere di volta in volta. Mantenersi produttivi e concentrati, sapendo di non avere qualcuno che controlla che voi lo siate, è difficile.
Dovete fare i conti con un sistema societario che non è abituato a trattare con individui come voi, e dovette adattarvi e adattarlo.
Dovete abituarvi anche a non vergognarvi di rispondere che avete scelto di non avere un lavoro per un pò, considerando che la maggior parte delle persone giudica le altre in base al lavoro che fa.
Se qualcuno vi guarda con diffidenza o con disprezzo per quello che state facendo, rispondetegli come merita: '' Le tue responsabilità sono quelle di organizzare il tuo lavoro tutti i giorni. Le mie responsabilità sono quelle di organizzare la mia vita tutti i giorni. E' più difficile. Ma è eccitante''.
In realtà, con mia grande sorpresa, nessuno (o quasi) mi ha additato di ''scarsa lungimiranza'', tutti anzi manifestando entusiasmo e generale apprezzamento. Ora, ma questo è un altro tema, bisognerebbe approfondire i motivi per i quali ci sono cosi tante persone stufe di quello che fanno e verbalmente desiderose di fare altro - sottolineo verbalmente - perchè rappresenta un pessimo indice di insoddisfazione generale. Non mi addentro per il momentosu questo tema, ma ci ritornerò, non tanto perchè mi preme aprire dibattiti socio-culturali, quanto perchè non c'è un motivo intelligente per continuare a fare quello che si fa se si è insoddisfatti, ed è pressochè inutile aspettare che un cambiamento ci caschi dal cielo, perchè il cambiamento lo guidiamo noi, non qualcuno o qualcosa altro al nostro esterno.
Che vi ha prescitto il medico di stare nell'azienda dove siete? Non credo.
Io ho cambiato 5 aziende in 7 anni, non perchè mi piaccia farlo per partito preso, quanto perchè ho identificato di volta in volta delle opportunità migliori per la mia soddisfazione personale, professionale e finanziaria.
Ad ogni modo, tornando al tema della responsabilità, io non ho mai preso una scelta piu responsabile in vita mia che quella di lasciare il mio lavoro e partire per le Hawaii.
Perchè?
E' molto semplice. Per farlo bisogna avere la sicurezza di mantenere un controllo totale sulla propria vita, la propria gestione del tempo, le proprie finanze, le proprie prospettive. Do per implicito, in questo senso, che la scelta sia stata ponderata e pensata e che la persona che l'ha presa non ha deciso di diventare un homeless quanto piuttosto di dare ancora più spinta alla propria esistenza per conseguire successi maggiori.
Nella vita ''ordinaria'', la maggior parte del nostro tempo è scandito e dettato dagli impegni già organizzati, che nella maggior parte dei casi gli altri ci impongono.
Pensate per un momento a quante volte nel corso di una settimana normale le cose che fate e il tempo che riempite sono determinati dalle vostre decisioni. Pochissimo. Prevalentemente dal lunedi al venerdi non avete altra scelta che attenermi alle regole e agli orari che il vostro contratto di lavoro impone.
Questo, se da una parte suona terribile, dall'altro in realtà funge da cuscinetto protettivo per tutti voi, che non dovete fare altro che attenervi alle regole e ne ricevete in cambio benefici e agevolazioni.
Non avete il problema di come procurarvi lo stipendio, perchè l'avete già risolto. Non avete il problema di come impegnare il tempo, perchè qualcun altro ci pensa al posto vostro. Si può scendere poi nel dettaglio delle microvoci, pensando per esempio che non dovete compilare il CUD perchè è gia fatto, che qualcuno vi paga l'assicurazione della macchina o vi fornisce il PC, che le banche vi fanno un prestito perchè avete una busta paga...etc..
Quando decidete di mettervi ''in proprio'' nel senso di fare a meno della 'società' per un pò e cavarvela da soli, le cose cambiano un pò. E vi assicuro che se non siete le persone più responsabili e disciplinate del mondo, la vostra libertà vi sommergerà.
Non avete nessun sistema socio-economico che vi culla.
Dovete abituarvi a decidere tutto, continuamente, a partire da come impegnare l'infinita quantità di tempo libero che avete. E per chi ci mette un paio d'ore solo a decidere cosa mangiare per cena o se mettere il flash rosso ''New'' sul nuovo prodotto oppure metterlo giallo (piccola digressione di marketing), la vita si trasformerà in un inferno.
Se volete la libertà, dovete avere una respnsabilità spietata verso voi stessi, o collasserete. E' facile perdersi. Tuttora io stesso ho difficoltà a organizzare il mio tempo e a stabilire che direzioni prendere di volta in volta. Mantenersi produttivi e concentrati, sapendo di non avere qualcuno che controlla che voi lo siate, è difficile.
Dovete fare i conti con un sistema societario che non è abituato a trattare con individui come voi, e dovette adattarvi e adattarlo.
Dovete abituarvi anche a non vergognarvi di rispondere che avete scelto di non avere un lavoro per un pò, considerando che la maggior parte delle persone giudica le altre in base al lavoro che fa.
Se qualcuno vi guarda con diffidenza o con disprezzo per quello che state facendo, rispondetegli come merita: '' Le tue responsabilità sono quelle di organizzare il tuo lavoro tutti i giorni. Le mie responsabilità sono quelle di organizzare la mia vita tutti i giorni. E' più difficile. Ma è eccitante''.
sabato 18 giugno 2011
Trova il coraggio di partire!
C'è una differenza tra ripetere piu o meno 3 volte alla settimana '' Oh come vorrei stare su un amaca al sole delle Maldive tutto l'anno'' e farlo davvero.
La premessa fondamentale è che a stare un anno su un amaca al sole delle Maldive (o delle hawaii) ci si annoia, fidatevi. Prima di fantasticare l'apertura di un chioschietto sulla spiaggia della Bahamas, pensate seriamente a che tipo di vita vi aspetterebbe, dopo i primi 3 mesi di entusiasmo. Io sono alle Hawaii e vi assicuro che in spiaggia non ci vado poi tanto spesso, se non per fare windsurf.
Detto questo, un altra considerazione fondamentale è che è non solo inutile, ma anche frustrante, ripetersi di voler stare da qualche altra parte del mondo se da quelle parte non si sta.
Quindi, o vi attivate per andarci o state zitti!!! Perdonate la rudezza, ma è cosi.
La cosa piu sorprendente di questa mia avventura è stata la quantità di telefonate, sms e messaggi ricevuti anche da gente che non vedevo da anni o che non conoscevo affatto! Tutti prodighi di complimenti e molti interessati a conoscere gli aspetti pratici dell'esperienza, ma soprattutto le motivazioni che fanno la differenza nel prendere o meno una decisione del genere.Anzi, facendo un passo indietro, il primo step è prendere anche solo in considerazione l'idea di studiare una decisione del genere.
La chiave di volta è superare quelli che chiamo i pensieri limitanti.
Facciamo qualche esempio di pensiero limitante:
1) Si vabbe, come faccio! (questo è IL pensiero limitante per eccellenza, perchè non ha senso!)
2) E i soldi?
3) Perdo il lavoro e se/quando torno finisco sotto un ponte
4) Rallento la mia crescita professionale
5)...etc..etc..
Questi tarli non rappresentano altro che un freno alla nostra capacità e potenzailità di agire,che è illimitata nell'essere umano, va solo alimentata con convinzioni e credenze rafforzanti e positive. La differenza non la fanno le esperienze che viviamo, ma il nostro modo di interpretarle. Noi plasmiamo la realtà in base ai nostri pensieri e le nostre convinzioni piu profonde.
D'altronde non vedo altra spiegazione al motivo per il quale alcune persone hanno un grande successo nella vita e altre ne hanno di meno. La base di partenza è uguale per tutti, ma alcuni riescono a dirigere e controllare la propria mente esattamente nella direzione voluta, mettendosi in uno stato d'animo produttivo, circondandosi di modelli positivi e soprattutto agendo.
Ecco una lista di pensieri e azioni in ordine sparso che ci mettono in uno stato d'animo produttivo nel prendere una decisione. Se qualcuno sta pensando di ''Mollare tutto e trasferirsi alle Hawaii'', consiglio di operare come segue!
1) Pensate che la vita è una e pensate se siete disposti a rinunciare a un esperienza che sognate solo per mantenere la sicurezza di quel che state facendo. D'altronde, razionalmente, quanto vi puo arricchire un esperienza cosi entusiasmante, da raccontare ai posteri, e quale è per contro il massimo rischio che potete correre vivendola? Qual è il trade off tra il beneficio di viverla e il rischio conseguente?
2) A mio avviso il rischio è minimo, soprattutto se avete spalle larghe e se avete gia sperimentato nella vita situazioni di successo che potete richiamare alla vostra mente se e quando vi trovare in difficolta (come ne siete usciti?).
Guardatela cosi: se vi appassionate cosi tanto da decidere di cambiare per sempre, bene anzi benissimo! Vuol dire che non andava bene quel che stavate facendo e non c'era da perdere più tanto tempo nel cambiare!
Se invece decidete che non è cio che fa per voi e volete ritornare alla vostra vita precedente, di cosa avete paura? Che ragionevolmente credete di poter finire sotto un ponte o a dormire alla stazione? Avanti....E se invece cominciaste a pensate che tutto sommato un HR manager potrebbe anche essere molto interessato a conoscere una risorsa con tanti anni di esperienza alla spalle e in piu con la flessibilita e l'adattabilità necessaria a fare un salto del genere? Che pensate che vi chiuderanno le porte in faccia solo perche siete stati un annetto a zonzo?
3) E i soldi? Beh, meglio se avete qualcosina da parte prima di partire, ma avete mai visto uno che ha voglia di lavorare e non trovare un lavoro? Potete fare qualsiasi cosa per finanziare il vostro 'viaggio' (cameriere, pulire barche, writer sui blog...). E se accettate di tirare un pò i remi in barca e di non pasteggiare a caviale, non avrete problemi;
4) Non è bellissimo pensare di allargare un po la mente e le vedute, conoscendo nuove culture, imparando nuove lingue...etc..etc... Il mondo è grande, vale la pena di avere il rimpianto di non aver sperimentato cose che si desideravano, solo per rimanere incollati a una sedia? Ci sono tante sedie, non vi preoccupate, ne troverete sempre una!
5) Vi prenderete il tempo di fare cose che non avete mai fatto. Aprire un blog, imparare un arte, scrivere un libro, pensare a modi piu efficienti di far soldi, decidere se preferite fare il dipendente o l'imprenditore, insomma avrete tempo per pensare, che non fa mai male, e chissa che non vi venga in mente qualche idea intelligente per capitalizzare l'esperienza e migliorare la qualità della vostra vita in futuro;
6) Circondatevi di modelli positivi: leggete libri, parlate con le persone, guardate film, tutto cio che vi racconta di esperienze e persone che ce l'hanno fatta. Lasciate perdere chi vi dice che per 1 che ce l'ha fatta, 100 sono in rovina! Se 1 ce l'ha fatta, vuol dire che ha trovato il modo di farcela, seguite lui, pensate in grande!
7) La vostra autostima in innalzera all'ennesima potenza! Avete fatto cio che il 99% delle persone che conoscete in fondo in fondo farebbe, ma non ne ha il coraggio! Siete forti e sarà bello ricevere i riconoscimenti delle persone.
Quindi, riassumendo......vantaggi tanti, rischi limitati.....la vostra carriera potrebbe addirittura uscirne rafforzata....vi aprirete a circostanze e coincidenze che potrebbero cambiare la vostra vita....vi dedicherete alle vostre passioni....dirigete la vostra vita e ne assumete il controllo...non perderete alcun amico o alcun affetto.....capirete piu e meglio a quali compromessi siete disposti a scendere con voi stessi.....
Concedetevi la possibilità di pensare che un sogno può essere anche un progetto e....
COSA ASPETTATE????
:)
La premessa fondamentale è che a stare un anno su un amaca al sole delle Maldive (o delle hawaii) ci si annoia, fidatevi. Prima di fantasticare l'apertura di un chioschietto sulla spiaggia della Bahamas, pensate seriamente a che tipo di vita vi aspetterebbe, dopo i primi 3 mesi di entusiasmo. Io sono alle Hawaii e vi assicuro che in spiaggia non ci vado poi tanto spesso, se non per fare windsurf.
Detto questo, un altra considerazione fondamentale è che è non solo inutile, ma anche frustrante, ripetersi di voler stare da qualche altra parte del mondo se da quelle parte non si sta.
Quindi, o vi attivate per andarci o state zitti!!! Perdonate la rudezza, ma è cosi.
La cosa piu sorprendente di questa mia avventura è stata la quantità di telefonate, sms e messaggi ricevuti anche da gente che non vedevo da anni o che non conoscevo affatto! Tutti prodighi di complimenti e molti interessati a conoscere gli aspetti pratici dell'esperienza, ma soprattutto le motivazioni che fanno la differenza nel prendere o meno una decisione del genere.Anzi, facendo un passo indietro, il primo step è prendere anche solo in considerazione l'idea di studiare una decisione del genere.
La chiave di volta è superare quelli che chiamo i pensieri limitanti.
Facciamo qualche esempio di pensiero limitante:
1) Si vabbe, come faccio! (questo è IL pensiero limitante per eccellenza, perchè non ha senso!)
2) E i soldi?
3) Perdo il lavoro e se/quando torno finisco sotto un ponte
4) Rallento la mia crescita professionale
5)...etc..etc..
Questi tarli non rappresentano altro che un freno alla nostra capacità e potenzailità di agire,che è illimitata nell'essere umano, va solo alimentata con convinzioni e credenze rafforzanti e positive. La differenza non la fanno le esperienze che viviamo, ma il nostro modo di interpretarle. Noi plasmiamo la realtà in base ai nostri pensieri e le nostre convinzioni piu profonde.
D'altronde non vedo altra spiegazione al motivo per il quale alcune persone hanno un grande successo nella vita e altre ne hanno di meno. La base di partenza è uguale per tutti, ma alcuni riescono a dirigere e controllare la propria mente esattamente nella direzione voluta, mettendosi in uno stato d'animo produttivo, circondandosi di modelli positivi e soprattutto agendo.
Ecco una lista di pensieri e azioni in ordine sparso che ci mettono in uno stato d'animo produttivo nel prendere una decisione. Se qualcuno sta pensando di ''Mollare tutto e trasferirsi alle Hawaii'', consiglio di operare come segue!
1) Pensate che la vita è una e pensate se siete disposti a rinunciare a un esperienza che sognate solo per mantenere la sicurezza di quel che state facendo. D'altronde, razionalmente, quanto vi puo arricchire un esperienza cosi entusiasmante, da raccontare ai posteri, e quale è per contro il massimo rischio che potete correre vivendola? Qual è il trade off tra il beneficio di viverla e il rischio conseguente?
2) A mio avviso il rischio è minimo, soprattutto se avete spalle larghe e se avete gia sperimentato nella vita situazioni di successo che potete richiamare alla vostra mente se e quando vi trovare in difficolta (come ne siete usciti?).
Guardatela cosi: se vi appassionate cosi tanto da decidere di cambiare per sempre, bene anzi benissimo! Vuol dire che non andava bene quel che stavate facendo e non c'era da perdere più tanto tempo nel cambiare!
Se invece decidete che non è cio che fa per voi e volete ritornare alla vostra vita precedente, di cosa avete paura? Che ragionevolmente credete di poter finire sotto un ponte o a dormire alla stazione? Avanti....E se invece cominciaste a pensate che tutto sommato un HR manager potrebbe anche essere molto interessato a conoscere una risorsa con tanti anni di esperienza alla spalle e in piu con la flessibilita e l'adattabilità necessaria a fare un salto del genere? Che pensate che vi chiuderanno le porte in faccia solo perche siete stati un annetto a zonzo?
3) E i soldi? Beh, meglio se avete qualcosina da parte prima di partire, ma avete mai visto uno che ha voglia di lavorare e non trovare un lavoro? Potete fare qualsiasi cosa per finanziare il vostro 'viaggio' (cameriere, pulire barche, writer sui blog...). E se accettate di tirare un pò i remi in barca e di non pasteggiare a caviale, non avrete problemi;
4) Non è bellissimo pensare di allargare un po la mente e le vedute, conoscendo nuove culture, imparando nuove lingue...etc..etc... Il mondo è grande, vale la pena di avere il rimpianto di non aver sperimentato cose che si desideravano, solo per rimanere incollati a una sedia? Ci sono tante sedie, non vi preoccupate, ne troverete sempre una!
5) Vi prenderete il tempo di fare cose che non avete mai fatto. Aprire un blog, imparare un arte, scrivere un libro, pensare a modi piu efficienti di far soldi, decidere se preferite fare il dipendente o l'imprenditore, insomma avrete tempo per pensare, che non fa mai male, e chissa che non vi venga in mente qualche idea intelligente per capitalizzare l'esperienza e migliorare la qualità della vostra vita in futuro;
6) Circondatevi di modelli positivi: leggete libri, parlate con le persone, guardate film, tutto cio che vi racconta di esperienze e persone che ce l'hanno fatta. Lasciate perdere chi vi dice che per 1 che ce l'ha fatta, 100 sono in rovina! Se 1 ce l'ha fatta, vuol dire che ha trovato il modo di farcela, seguite lui, pensate in grande!
7) La vostra autostima in innalzera all'ennesima potenza! Avete fatto cio che il 99% delle persone che conoscete in fondo in fondo farebbe, ma non ne ha il coraggio! Siete forti e sarà bello ricevere i riconoscimenti delle persone.
Quindi, riassumendo......vantaggi tanti, rischi limitati.....la vostra carriera potrebbe addirittura uscirne rafforzata....vi aprirete a circostanze e coincidenze che potrebbero cambiare la vostra vita....vi dedicherete alle vostre passioni....dirigete la vostra vita e ne assumete il controllo...non perderete alcun amico o alcun affetto.....capirete piu e meglio a quali compromessi siete disposti a scendere con voi stessi.....
Concedetevi la possibilità di pensare che un sogno può essere anche un progetto e....
COSA ASPETTATE????
:)
mercoledì 15 giugno 2011
Perchè partire?
Bella domanda!
Il mio modo di affermare la mia indipendenza e di assumermi responsabilità è sempre stato quello di prendere delle decisioni.
Diciamo pure che prendere decisioni è il modo a cui tutti dovrebbero ricorrere per sentirsi liberi e per assumersi responsabilità.
Faccio un esempio abbastanza familiare: quante volte al giorno, mediamente, i vostri colleghi (o forse anche voi stessi.....?) bestemmiano, brontolano e si lamentano perche:
1) Hanno uno stipendio di merda;
2) Che culo quelli che escono alle 16 dall'ufficio;
3) Oh, che bello sarebbe lavorare in quell'azienda, invece io lavoro in quest'azienda di.....
4)...Etc...etc..
Bene, domande:
1) Chi ha firmato quel foglio di carta dove c'è scritto il tuo stipendio?
2) Chi ti ha detto di fare il marketing manager e lavorare fino alle 21?
3) Chi ti ha incatenato alla sedia di quell'azienda?
4) Etc..etc..
1000 lamentele non fanno 1 soluzione. 1 decisione a volte risolve 1000 problemi - per inciso, io detesto i manager indecisi, ma questo non diteglielo -.
Quando non sei contento di qualcosa hai due opportunità:
1) Continui a fare quello che stavi facendo, ma guidi la tua mente verso gli aspetti positivi associati alla tua attività, invece di torturare te stesso e gli altri con i tuoi piagnistei;
2) Cambi quello che stai facendo. Sottolineo 'Cambi', perchè quello che stai facendo non si cambia da solo. Lo cambi tu, con le tue scelte.
La soluzione 3, lamentarsi, non è accettabile.
Questa lunga divagazione è una rampa di lancio per spiegare il motivo principale alla base della mia scelta.
Sono partito perchè ho sorpreso me stesso per piu di 10 giorni di fila intento a desiderare di essere da qualche altra parte piuttosto che dentro 4 mura, in un rumoroso open space (chi ha inventato gli open space dovrebbe essere analizzato in laboratorio, ma questo sarà un altro tema), ipnotizzato da uno schermo 14 pollici, impegnato a giustificarmi come un ladro perchè 'stasera esco alle 20 dall'ufficio'.
Non fraintendetemi. Non sono scappato via dal mio lavoro o dal mio Paese. Io amo l'Italia e sono appassionato di Marketing.
C'è una differenza tra scappare via da qualcosa piuttosto che inseguire qualcosa.
Io ho scelto la seconda via.
Mi sono detto che ci sono miliardi di differenti cose che è possibile fare nel mondo. Miliardi di possibili esperienze, e la vita è troppo breve anche solo per pensare di viverne un infinitesima parte.
Non vi piacerebbe vivere 6 mesi in Australia, per esempio? O non vi sarebbe piaciuto diventare un grande attore? E come sarebbe fare il giro del mondo in barca a vela?
Insomma quanti sogni, perche continuare ad annegare nella frustrazione di non vederne realizzato almeno 1?
Siamo immersi in un sistema universalmente accettato che prevede lo schema: 'Lavoro per 40 anni consecutivi e poi mi godo la pensione'.
Niente di sbagliato.
Ma cosa c'è di sbagliato nel pensare invece: ''Lavoro 10 anni e mi godo 1 anno di pensione'', per esempio?
Ho DECISO che questo era il mio momento. Era il momento di assumere una decisione rischiosa, quasi clamorosa, ma che mi avrebbe portato a vivere un esperienza di cui sarò orgoglioso e che mi renderà ancora più libero, sicuro, consapevole e attore del mio percorso.
Un giorno ho pensato: è piu quello che perdo nel proibirmi di provare la mia vita alle Hawaii, o è più quello che guadagno nel mantenere costanza e coerenza nel mio percorso professionale?
Domanda con risposta ovvia.
E con una buona notizia: mi sono reso conto che mentre non perdo nulla perche sono qui, da un altra parte credo che i nostri amici HR apprezzeranno anche un tipo cosi flessibile e coraggioso.
D'altronde loro cercano la diversity nelle risorse umane, no......c'è qualcun altro che si è trasferito alle Hawaii? ..... ;-)
OK, sono le 19,33 ora locale. Time to go.
Nel prossimo post parlerò di come aiutarsi a superare le preoccupazioni e a darsi motivazioni.
Il mio modo di affermare la mia indipendenza e di assumermi responsabilità è sempre stato quello di prendere delle decisioni.
Diciamo pure che prendere decisioni è il modo a cui tutti dovrebbero ricorrere per sentirsi liberi e per assumersi responsabilità.
Faccio un esempio abbastanza familiare: quante volte al giorno, mediamente, i vostri colleghi (o forse anche voi stessi.....?) bestemmiano, brontolano e si lamentano perche:
1) Hanno uno stipendio di merda;
2) Che culo quelli che escono alle 16 dall'ufficio;
3) Oh, che bello sarebbe lavorare in quell'azienda, invece io lavoro in quest'azienda di.....
4)...Etc...etc..
Bene, domande:
1) Chi ha firmato quel foglio di carta dove c'è scritto il tuo stipendio?
2) Chi ti ha detto di fare il marketing manager e lavorare fino alle 21?
3) Chi ti ha incatenato alla sedia di quell'azienda?
4) Etc..etc..
1000 lamentele non fanno 1 soluzione. 1 decisione a volte risolve 1000 problemi - per inciso, io detesto i manager indecisi, ma questo non diteglielo -.
Quando non sei contento di qualcosa hai due opportunità:
1) Continui a fare quello che stavi facendo, ma guidi la tua mente verso gli aspetti positivi associati alla tua attività, invece di torturare te stesso e gli altri con i tuoi piagnistei;
2) Cambi quello che stai facendo. Sottolineo 'Cambi', perchè quello che stai facendo non si cambia da solo. Lo cambi tu, con le tue scelte.
La soluzione 3, lamentarsi, non è accettabile.
Questa lunga divagazione è una rampa di lancio per spiegare il motivo principale alla base della mia scelta.
Sono partito perchè ho sorpreso me stesso per piu di 10 giorni di fila intento a desiderare di essere da qualche altra parte piuttosto che dentro 4 mura, in un rumoroso open space (chi ha inventato gli open space dovrebbe essere analizzato in laboratorio, ma questo sarà un altro tema), ipnotizzato da uno schermo 14 pollici, impegnato a giustificarmi come un ladro perchè 'stasera esco alle 20 dall'ufficio'.
Non fraintendetemi. Non sono scappato via dal mio lavoro o dal mio Paese. Io amo l'Italia e sono appassionato di Marketing.
C'è una differenza tra scappare via da qualcosa piuttosto che inseguire qualcosa.
Io ho scelto la seconda via.
Mi sono detto che ci sono miliardi di differenti cose che è possibile fare nel mondo. Miliardi di possibili esperienze, e la vita è troppo breve anche solo per pensare di viverne un infinitesima parte.
Non vi piacerebbe vivere 6 mesi in Australia, per esempio? O non vi sarebbe piaciuto diventare un grande attore? E come sarebbe fare il giro del mondo in barca a vela?
Insomma quanti sogni, perche continuare ad annegare nella frustrazione di non vederne realizzato almeno 1?
Siamo immersi in un sistema universalmente accettato che prevede lo schema: 'Lavoro per 40 anni consecutivi e poi mi godo la pensione'.
Niente di sbagliato.
Ma cosa c'è di sbagliato nel pensare invece: ''Lavoro 10 anni e mi godo 1 anno di pensione'', per esempio?
Ho DECISO che questo era il mio momento. Era il momento di assumere una decisione rischiosa, quasi clamorosa, ma che mi avrebbe portato a vivere un esperienza di cui sarò orgoglioso e che mi renderà ancora più libero, sicuro, consapevole e attore del mio percorso.
Un giorno ho pensato: è piu quello che perdo nel proibirmi di provare la mia vita alle Hawaii, o è più quello che guadagno nel mantenere costanza e coerenza nel mio percorso professionale?
Domanda con risposta ovvia.
E con una buona notizia: mi sono reso conto che mentre non perdo nulla perche sono qui, da un altra parte credo che i nostri amici HR apprezzeranno anche un tipo cosi flessibile e coraggioso.
D'altronde loro cercano la diversity nelle risorse umane, no......c'è qualcun altro che si è trasferito alle Hawaii? ..... ;-)
OK, sono le 19,33 ora locale. Time to go.
Nel prossimo post parlerò di come aiutarsi a superare le preoccupazioni e a darsi motivazioni.
martedì 14 giugno 2011
Da Milano alle Hawaii
Benvenuti nel mio blog!
Era già da un pò che avevo l'idea di testimoniare la mia esperienza hawaiiana e finalmente, con 3-4 mesi di ritardo, eccomi qui!
In realtà l'obiettivo non è solo raccontare come trascorro le mie giornate sull'isola di Maui, ma anche quello di condividere le motivazioni che mi hanno portato fino qui, nonchè il processo decisionale che mi ha aiutato a trasformare una comune ''fantasia irrealizzabile'' in un progetto concreto.
Moltissimi amici mi hanno chiesto informazioni e hanno ammirato la mia scelta, nessuno l'ha criticata. Onestamente non me l'aspettavo ed è sicuramente indice di un desiderio sopito in molti di noi di vivere esperienze molto diverse da quelle a cui la comune routine ci ha abituati, anche se solo per periodi di tempo limitati.
Mi piacerebbe quindi poter trasmettere dei piccoli suggerimenti, o incoraggiamenti, a quanti amerebbero vivere esperienze simili, ma che non lo fanno perche rimangono schiacciati dai pensieri limitanti o dalle scuse che trovano per se stessi, pur di non affrontare il cambiamento e continuare a lamentarsi.
Ho una brutta notizia: non ci sono scuse. Si può fare.
Era già da un pò che avevo l'idea di testimoniare la mia esperienza hawaiiana e finalmente, con 3-4 mesi di ritardo, eccomi qui!
In realtà l'obiettivo non è solo raccontare come trascorro le mie giornate sull'isola di Maui, ma anche quello di condividere le motivazioni che mi hanno portato fino qui, nonchè il processo decisionale che mi ha aiutato a trasformare una comune ''fantasia irrealizzabile'' in un progetto concreto.
Moltissimi amici mi hanno chiesto informazioni e hanno ammirato la mia scelta, nessuno l'ha criticata. Onestamente non me l'aspettavo ed è sicuramente indice di un desiderio sopito in molti di noi di vivere esperienze molto diverse da quelle a cui la comune routine ci ha abituati, anche se solo per periodi di tempo limitati.
Mi piacerebbe quindi poter trasmettere dei piccoli suggerimenti, o incoraggiamenti, a quanti amerebbero vivere esperienze simili, ma che non lo fanno perche rimangono schiacciati dai pensieri limitanti o dalle scuse che trovano per se stessi, pur di non affrontare il cambiamento e continuare a lamentarsi.
Ho una brutta notizia: non ci sono scuse. Si può fare.
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