sabato 16 luglio 2011

I 10 errori manageriali che tutti riconoscono e tutti....continuano a fare

Devo ammettere che ho pensato a lungo prima di scrivere questo post. Il motivo è che qualcuna delle persone con cui ho lavorato potrebbe arrabbiarsi e prenderla sul personale.
Ma voglio rassicurare tutti. Non c'è niente di personale, non mi riferisco a nessuno in particolare. Anzi, ogni riferimento a fatti accaduti o persone esistenti, è (quasi) completamente casuale.
Quanto leggerete è una sintesi della mia interpretazione personale di ciò che è migliorabile nella  gestione manageriale del business, delle persone e del proprio tempo. Pensiero che ho maturato e criticamente analizzato nel corso della mia esperienza manageriale, fino a questo momento.
E' sia una prospettiva con visuale dall'interno, ma è anche ciò che i guru di management di tutto il mondo propagandano da secoli e che tutti sembrano condividere.
Tutti sembrano condividere, ma nessuno si comporta in coerenza. Migliaia di persone si lamentano contemporaneamente delle stesse identiche cose (lavoro troppe ore, devo fare troppe cose insieme, è tutto urgente), ma nessuno là in alto si alza in piedi e urla: ''Ehi un momento! Ma se si lamentano tutti, forse forse dobbiamo cambiare qualcosa?''.
Ma la colpa è anche lì in basso. Gente che si lamenta in continuazione, invece di attivarsi per modificare il proprio comportamento. Non il comportamento dell'Universo, io credo poco alle rivoluzioni social-globali di questi tempi. Ma almeno non facciamo come Tafazzi, che si da delle gran randellate sui cosiddetti e il giorno dopo, non pago, riprende a randellare più forte. Proviamo a sostituire il randello con qualcosa di meno doloroso, o almeno proteggiamoci.....
Sembra che la soluzione per ottimizzare la gestione del tempo, incrementare la produttività e la felicità delle risorse umane, guidare le aziende verso una crescita sostenibile di lungo termine......sia lì, a portata di mano...tutti siamo d'accordo....eppure....
Che per caso, lì in cima, stock options e chiusure trimestrali e conseguenti speculazioni personali.....ci abbiano messo lo zampone?




Ma scorriamo la lista in dettaglio.
Per alleggerire il post, pubblicherò qui solo i primi 5 errori e nel post successivo i successivi 5. Rimarrò inoltre volutamente in superficie in merito alla dissertazione sui singoli argomenti, per ragioni di spazio. Ma potremo approfondirli ad uno ad uno nei successivi post.

Errore N°1: La presenza è premiata più dell'efficacia.
Qui si nasconde una delle più incredibile ipocrisie dei giorni nostri!
Trovatemi un manager serio che vi dica che preferisce che voi lavoriate tanto invece di preferire la massima efficacia. Scommetto che non ne trovate nessuno.
Adesso trovatemi però anche un manager che, se alzate i tacchi alle 15 dicendo che avete lavorato con incredibile produttività (e lo dimostrate pure) e ora siete pronti per ossigenare il cervello giocando a golf, vi dice ''Bravi!''. Trovato nessuno.
C'è un che di contradditorio...

Errore N°2: E' Urgente!
Ecco il modo migliore per ottennere il minimo pretendendo il massimo. Qui si concentra l'anti-manager per eccellenza. L'urgenza distoglie dall'importanza: i pompieri devono lavorare con urgenza, ma non chi ha tempo e fiato per pianificare il futuro.
Se è urgente, vuol dire che è un errore nel 95% dei casi. Believe it or not.
Di solito le cose sono urgenti perchè:
a) Sono urgenti solo per chi ve le chiede. Strategia --> Ignoralo!
b) Hai pianificato male. Strategia --> Pianifica meglio!



Errore N°3: Il Cliente è Re
Domanda: la mission dell'azienda è incoronare i Clienti o trarne un profitto, per caso? Prima di impegnare 8 giorni di lavoro per cercare di soddisfare i pruriti del Sig. Pinco, che fattura 2.000 lire, e che mi costa solo di logistica più di quanto fattura, qualcuno ha costruito una curva di concentrazione dei profitti per cliente? Il tempo dei manager non è monetizzabile, in quanto percettori di stipendio?
E se dicessimo: Il Cliente Profittevole è Re?

Errore N°4: Devi essere multitasking
Non è possibile. Semplicemente perchè è scientificamente dimostrato che la mente umana non può fare due cose allo stesso tempo.
Certo,  può saltare da una cosa a un'altra da un secondo all'altro: leggo una mail, poi rispondo al capo, poi faccio la slide, poi mi interrompono.....Ogni ''salto'' costa un'interruzione di concentrazione e una conseguente diminuzione di produttività e/o impoverimento qualitativo dell'output.
Chiudete la porta, disattivate outlook, non rispondete al telefono, se state facendo un lavoro. Accettate pure di fare tante cose, ma pretendete che il vostro tempo e la vostra organizzazione siano rispettate. E per farlo, dovete averla un'organizzazione...

Errore N°5: Lavora sotto pressione
Rispondetemi vi prego, dal top executive all'operaio: Chi ama lavorare con una pistola puntata alla tempia? Chi produce meglio? Chi pensa più lucidamente?
Certo, c'è un vantaggio a lavorare sotto pressione: si tendono a tralasciare alcuni dettagli, che spesso, in quanto dettagli, sono tralasciabili, a favore di ciò che conta di più.
Ma questo beneficio non offsetta comunque il costo legato alla diminuzione di efficacia connesso allo stress.
Come vi sentireste se a casa, mentre cucinate un piatto di spaghetti, qualcuno da dietro continua a dirvi: ''Ehi, è pronto? E allora? Quanto manca? Ci vuole molto? Fai presto!'' Dopo quanto tempo gli rovescerete la padella con il ragù sulla testa?



....continua...

9 commenti:

  1. Porca vacca, il punto sull'urgenza mi tocca in un modo che neanche immagini... ormai l'urgenza è diventata una merce inflazionata. Leggo solo mail che hanno scritto URGENTE URGENTE(PIU' URGENTE DI QUALSIASI URGENTE URGENZA)

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  2. Esatto. Questo può significare due cose:
    1) C'è qualcosa che non va nella gestione
    oppure
    2) La gente usa la parola urgente quando non è necessario. Dunque l'urgenza non è più credibile, in quanto è tale solo per chi la richiede

    Io sono propenso a credere che nel 80% dei casi siamo nella seconda fattispecie.
    Se si educano le persone a NON soddisfare le loro richieste di urgenza.....vedrai che le urgenze diminuiranno

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  3. Se mi permetti, però, è un esercizio rischioso: è come al lupo al lupo. Solo al contrario. La volta che è davvero urgente e tu non hai colto la REALE urgenza ( ormai ritenuta inflazionata...) beh...ci possono essere non pochi casini. ( E te ne parlo da ustionato....)

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  4. Esatto!
    E' proprio quello il problema! Che a furia di invocare l'urgenza, non si capisce mai cosa è realmente urgente e cosa no.
    E chi fa dell'urgenza lo sport nazionale, non si rende conto delle insidie sottese all'abuso della parola e la conseguente sottovalutazione delle emergenze reali.

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  5. Amen... credo che solo gli schiaffi potrebbero funzionare.

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  6. ottimi pensieri...vista l'impossibilità di cambiare il "management" sono cambiata io. mai più otto ore (quando va bene) con il culo sulla sedia. da un anno lavoro fino alle 13, il pomeriggio coltivo la mia passione, che è quella di insegnare. e chi mi ama mi segua :-)

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  7. mmm... apprezzato molto la lettura... però credo manchi qualcosa... personalmente penso manchi un riferimento ad un punto cardine del tutto: La motivazione. Tolte le costrizioni, il bastone e altri metodi medioevali le aziende oggi non riescono a produrre una visione alternativa. I meccanismi di incentivazione sono carenti, semplicistici, basati su chiacchiere che sanno di presa in giro... siamo mediamente sovraformati per i compiti assegnati e non si pensa a valorizzare la risorsa umana, la si mortifica. Stimoli, creatività, passione. Felicità e produttività... e poi si può lavorare anche 20 ore al giorno o 10, l'importante è che ci si creda. Lo stimolo più semplice è la pressione, ahimè anche il più inutile e deleterio.

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  8. ciao vanni, sono d'accordo che motivazione e passione siano i cardini della produttività e della ''felicità aziendale''. credo anche che non dobbiamo aspettarci che ci vengano dall'ambiente esterno, cioè dall'azienda stessa. Dobbiamo formarceli da noi e, se non li troviamo in una data organizzazione, cambiamo organizzazione. Costruiamoci noi la nostra griglia di crescita, non aspettiamo che gli altri la costruiscano per noi.
    Ciao e grazie per il contributo

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